Chiesa: gay e nuove sfide educative.

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Singolare. “Mai le nozze gay”, titola la prima pagina del quotidiano dei vescovi Avvenire riportando una frase del vicepremier Alfano. Contemporaneamente altri giornali e siti on line titolano su papa Francesco che “apre alle coppie gay”. Ma è davvero così? La questione della riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali agita il dibattito politico italiano da anni, ed è tornata in primo piano in questi giorni turbolenti. Ma per la chiesa altro è il piano, altri sono i tempi. A sollevare la questione un articolo de La Civiltà cattolica, che riporta i contenuti di un incontro di papa Francesco con i superiori generali degli istituti religiosi maschili che si è svolto a fine novembre. Il direttore della rivista, padre Antonio Spadaro, presente a quelle tre ore circa di colloquio a braccio, informale, fatto di domande e risposte, ne riporta i contenuti a distanza di oltre un mese. Sono diversi, vanno dalla qualità della formazione nei seminari alle frontiere della missione. Si racconta di una chiesa attrattiva, di radicalità evangelica, il papa chiede “diversità” e “profezia” alla testimonianza dei religiosi. Poi il passaggio sulle “sfide educative inedite” di questi tempi, in cui papa Francesco cita il caso di una bambina di Buenos Aires che confidò alla maestra il motivo della sua tristezza: “la fidanzata di mia madre non mi vuoe bene”. Davanti alle sfide nuove, “difficili da comprendere”, papa Francesco manifesta preoccupazioni educative e pastorali, fatte di domande più che di risposte. “LA” domanda che le sintetizza tutte è: “come annunciare Cristo a una generazione che cambia?” Il papa avverte che “bisogna stare attenti a non somministrare un vaccino contro la fede”, ma quali siano le risposte, a breve e a lungo termine, è presto per dirlo. Quello che da parte di papa Francesco emerge con chiarezza è la richiesta di aprire bene occhi e orecchie sulla realtà, senza preconcetti e senza condanne aprioristiche, ma è altrettanto chiaro che per la chiesa il significato di parole come “matrimonio” o “famiglia” è quello di sempre e non è oggetto di discussione alcuna. Diversa è l’attenzione per le persone nella situazione in cui vivono. “Chi sono io per giudicare?” aveva detto il papa la scorsa estate, a proposito dell’omosessualità.
Questo come altri temi saranno oggetto del sinodo sulla famiglia del prossimo anno su cui le chiese di tutto il mondo si stanno interrogando a partire da un questionario di 38 domande finalizzato proprio a un’analisi delle nuove realtà, dalle famiglie monoparentali alle coppie di fatto ai divorziati risposati, alle coppie dello stesso sesso.
L’orizzonte è quello ricordato da papa francesco all’Angelus di domenica 5 gennaio: “per quanto la storia umana e quella personale di ciascuno di noi possa essere segnata dalle difficoltà e dalle debolezze, la fede nell’Incarnazione dice che Dio è solidale con l’uomo e con la sua storia”. La conclusione è che “questa prossimità di Dio all’uomo, ad ogni uomo, è un dono che non tramonta mai!”.