Sri Lanka (12- 15 gennaio)
Il racconto di Rainews della visita di Papa Francesco in Sri Lanka si è snodato attraverso continue dirette e servizi, commenti e interviste, i “punti” di giornata con padre Antonio Spadaro, direttore di La Civiltà Cattolica e il live Twitting per il sito rainews.it.
Si propongono di seguito alcune tappe di un percorso composito, fatto di più piani.
Il tweet book con le foto è visibile al link http://t.co/sJeeznV1De
Nel video, il commento da Colombo di Padre Antonio Spadaro al discorso di Papa Francesco al corpo diplomatico accreditato presso la santa sede, ricevuto alla vigilia della partenza per lo Sri Lanka.
Una festa colorata per Papa Francesco all’aeroporto di Colombo. Lui scende la scaletta in fretta, ringrazia per l’accoglienza calorosa. “In Asia si deve andare“: una sua convinzione. Vi è arrivato per la seconda volta dopo la visita dello scorso agosto in Corea. Il saluto dei bambini, poi gli inni, gli onori militari le salve di cannone, il discorso del neo presidente Sirisena. Il papa Parla in inglese, come farà per l’intero viaggio, sia qui nelle Filippine.
Ricorda che questa è una visita pastorale, per incoraggiare i cattolici dell’isola, per proclamare il primo santo dello Sri Lanka, il beato Vaz, esempio di carità cristiana e di rispetto per ogni persona, senza distinzione di etnia o di religione. Ma c’è anche un’altro scopo per questa visita: confermare il desiderio della comunità cattolica di partecipare attivamente della vita di una società che ha conosciuto conflitti e divisioni.
“E’ una costante tragedia del nostro mondo che molte comunità siano in guerra tra di loro”, dice Papa Francesco. “L’incapacità di riconciliare le diversità e le discordie, antiche o nuove che siano, ha fatto sorgere tensioni etniche e religiose, accompagnate frequentemente da esplosioni di violenza”.
Una folla in festa saluta l’arrivo in città di Papa Francesco, venuto a parlare di pace, riconciliazione, solidarietà, per curare le ferite, sapendo che ogni opera di ricostruzione deve guardare a infrastrutture e bisogni materiali, ma anche, e soprattutto, alla dignità umana. E non è un caso che sia per un incontro interreligioso il sui secondo discorso, dopo un incontro informale con i vescovi e la visita di cortesia al presidente della repubblica.
Francesco, terzo papa a visitare lo Sri Lanka dopo Paolo VI nel 1970 e Giovanni Paolo II 20 anni fa. Riconciliare, risanare le ferite, ha detto, appena arrivato, a un paese uscito da pochi anni da una lunga guerra civile. Tutti, dice il papa, devono essere liberi di esprimere le proprie preoccupazioni, i propri bisogni, le proprie aspirazioni e le proprie paure, devono essere pronti ad accettarsi l’un l’altro, a rispettare le legittime diversità per imparare a vivere come un’unica famiglia. Visita pastorale, ma anche da risvolti civili. Nel pomeriggio l’incontro interreligioso con le 4 comunità più grandi del paese. Gesti simbolici, un canto buddista, una benedizione musulmana e una indù. Religioni che condividono, dice il papa, un desiderio di sapienza, di verità e di santità. Il papa insiste su alcune parola chiave nel rapporto tra le religioni:. RISPETTO, collaborazione, amicizia. Tappe di un cammino perchè la solidarietà fraterna diventi balsamo per i bisogni del mondo.
Poi l’appello: “Per il bene della pace, non si deve permettere che le credenze religiose vengano abusate per la causa della violenza o della guerra.
Dobbiamo essere chiari e non equivoci nell’invitare le nostre comunità a vivere pienamente i precetti di pace e convivenza presenti in ciascuna religione e denunciare gli atti di violenza quando vengono commessi.”
La chiesa dello Sri Lanka ha il suo primo santo, proclamato da Papa Francesco, a 20 anni dalla beatificazione, nello stesso luogo, da parte di Giovanni Paolo II. Tanta gente, gruppi, famiglie… Una messa in cui suono risuonate diverse lingue: tamil, singalese, inglese.
Giuseppe Vaz, sacerdote missionario vissuto tra 6 e 700, arrivato qui dall’India, evangelizzò questa terra non solo con le parole ma soprattutto con l’esempio della vita, sottolinea Papa Francesco. In tempi di persecuzione religiosa, si vestiva come un mendicante, incontrava i fedeli in segreto, spesso di notte. Papa Francesco ne rimarca le caratteristiche che lo rendono attuale: Sacerdote esemplare, che seppe pazientemente affrontare anche la sofferenza per la causa del Vangelo, testimone di come le divisioni religiose vadano superate nel servizio della pace.
La libertà religiosa è un diritto umano fondamentale, dice il papa. Ogni individuo dev’essere libero, l’autentica fede religiosa non porta alla discriminazione, all’odio e alla violenza, ma al rispetto per la sacralità della vita, al rispetto per la dignità e la libertà degli altri. E poi lo zelo missionario che portò Giuseppe Vaz a offrire la verità e la bellezza del Vangelo in un contesto multi-religioso, con rispetto, dedizione, perseveranza e umiltà. Sul suo esempio Papa Francesco invita i cristiani di questo paese a dare un contributo ancora maggiore alla pace, alla giustizia e alla riconciliazione nella società srilankese.
La visita al santuario mariano di Mahdu, in territorio tamil, è l’ultima tappa pubblica della visita di Papa Francesco nello Sri Lanka, alla presenza di diverse famiglie che hanno sofferto nel lungo conflitto che ha lacerato il cuore del paese. Il papa ricorda le tante persone che dal nord e dal sud, sono state uccise nella terribile violenza e nello spargimento di sangue della guerra civile, ma dice anche che proprio qui, in questo santuario, Tamil e Singalesi giungono come membri di un’unica famiglia. Da qui rilancia dunque lo sforzo, difficile, del perdonare e trovare la pace. Invoca il balsamo del perdono che possa produrre vera guarigione per tutti.
Proprio ai cristiani del paese Papa Francesco ha chiesto un contributo ulteriore per la pace, la giustizia e la riconciliazione. Lo ha fatto a Colombo, durante la messa per la canonizzazione di Giuseppe Vaz, sacerdote esemplare, Testimone, ai suoi tempi, tra 6 e 700, di come le divisioni religiose vadano superate nel servizio della pace. Messaggio attualissimo. La libertà religiosa è un grande tema rilanciato qui dal papa come diritto umano fondamentale. l’autentica fede religiosa, ha detto il papa, non porta a discriminazione, all’odio e violenza, ma al rispetto per la sacralità della vita, al rispetto per la dignità e la libertà degli altri.
Il secondo viaggio in Asia di Papa Francesco procede alla volta delle Filippine, piagate, più di un anno fa dal tifone Iolanda. 15 milioni di persone coinvolte, 7 -8 mila morti, 500 mila edifici distrutti. Anche qui ci sono non solo case da ricostruire ma anche cuori da risanare.
Nel video, la nostra visita a una moschea di Colombo.