Il 12 febbraio papa Francesco partirà per il Messico, dove rimarrà fino al 18. “Vengo per essere strumento di pace” ha detto in un’intervista video a un’agenzia informativa messicana.
Abbiamo intervistato Padre Mario Picech, missionario, che in Messico è cappellano in un carcere di massima sicurezza .
Category Archives: Chiesa
Tweet story #ElPapaEnCuba
Un viaggio storico la visita di papa Francesco a Cuba, all’indomani della ripresa delle relazioni diplomatiche con gli Usa. Ecco una sintesi del nostro racconto attraverso le dirette le immagini e i tweet. Lo pubblichiamo nel giorno di chiusura del Sinodo sulla famiglia perche’ proprio un abbraccio alle famiglie fu l’ultima tappa cubana del viaggio del papa. La sua rivoluzione della tenerezza passa anche attraverso il cuore delle famiglie ferite.
Taccuino del sinodo 2
1. “Leggere la realtà con gli occhi della fede e con il cuore di Dio” aveva chiesto ieri il Papa aprendo il sinodo. Lo avevamo annotato sul taccuino. E sul cuore di Dio, fonte della misericordia, è tornato stamattina nella messa a Santa Marta, ricordando che “dove c’è il signore c’è misericordia” ma “dove c’è la rigidità” come diceva sant’ Ambrogio, “ci sono i suoi ministri”. Il riferimento al sinodo è implicito. Nel video un passaggio dell’omelia, che nessuna trascrizione del testo scritto riuscirebbe a rendere nella sua efficacia.
2. Non era previsto che anche oggi in papa prendesse la parola al sinodo. Invece l’ha fatto, per ricordare che il sinodo è in continuità con quello straordinario dell’anno scorso, i cui documenti, la relazione finale e i due interventi del papa stesso a inizio e fine, fanno da base allo strumento di lavoro che è il testo di riferimento di questa assise. La dottrina della chiesa sul matrimonio non è stata messa in discussione, ha sottolineato, invitando a non ridurre l’ampiezza delle questioni alla comunione per i divorziati risposati. Per il vescovo canadese Durocher, se la relazione introduttiva è stata una bella presentazione dell’insegnamento, altri sottolineano di più come dialogare con il mondo. Insomma, tutto aperto, il dibattito va avanti.
Taccuino del sinodo
Sul sinodo apertosi in Vaticano avremo in questi giorni analisi e commenti autorevoli. Qui sul blog segnalerò, a mo’ di appunti personali, qualche osservazione a margine o qualche “dietro le quinte”.
1 un bimbo con il ciuccio in braccio alla mamma, nell’aula del sinodo, tra i vescovi, i cardinali, i patriarchi, gli uditori, gli esperti, eccetera eccetera: Una presenza che segnala una novità. In verità quando l’ho visto, un po’ insofferente, ho pensato che sarebbe stato meglio al parco, ma in fondo la sua presenza lì potrebbe essere di una qualche utilità, non certo per lui (che sono certa avrebbe preferito il parco) ma per tutti gli altri.
2 “Leggere la realtà con gli occhi della fede e con il cuore di Dio” ha chiesto Papa Francesco ai padri sinodali. Ah, se esistessero degli occhiali con filtri speciali che zac! uno se li mette e vede nitidamente con gli occhi di Dio, mentre il suo battito cardiaco si sintonizza all’istante sul ritmo del cuore di Dio…. Non è così. La cifra del dibattito sarà non solo nel confronto delle idee, ma anche nella ricerca di una sintonia del vedere e del sentire, per un discernimento non semplice su una una realtà e su delle sfide complesse.
3. Lo speciale ringraziamento del papa ai giornalisti “per l’appassionata partecipazione e per l’ammirevole attenzione” dice non solo di una particolare sensibilità nei confronti dei vaticanisti che negli ultimi tempi non lavorano senza sosta al ritmo del trotto, ma dice anche dell’importanza di una corretta informazione, perché la stampa, le tv e le radio sono un ponte importante di quell’aula con il mondo, e forse, chissà, anche del mondo con quell’aula.
Papa Francesco in America Latina
Una grande esperienza aver seguito il viaggio di papa Francesco in America Latina tra i giornalisti del volo papale, unica possibilità per raccontare in diretta le varie tappe di giornate intensissime, in cui si è usato l’aereo come fosse un taxi, e si è passati dal livello del mare ai 4.100 metri di altezza di La Paz con l’impressione che stessimo andando sulle montagne russe. Del racconto televisivo realizzato per Rainews si riprendono qui sul blog i servizi conclusivi realizzati nei tre paesi, Ecuador, Bolivia e Paraguay, con il commento fatto da Padre Antonio Spadaro appena rientrati in Italia, all’aeroporto di Ciampino.
Ecco i link dei tre tweet books con tutte le foto realizzate in Ecuador Bolivia e Paraguay, che hanno alimentato il live twitting sul sitorainews.it
#papaecuador http://www.
#papa Bolivia http://www.trytweetbook.com/
#papaParaguay http://www.trytweetbook.com/
Laudato si.
Sulla cura della casa comune
E’ un’enciclica da leggere e da meditare, frutto di una sapienza profonda che riesce a proporre una via possibile a un’umanità che se non cambia rotta rischia l’estinzione. È un testo che riesce a parlare a tutti: credenti di ogni credo, uomini e donne del nord e del sud del mondo, dell’oriente e dell’occidente. Per lasciarne qui qualche traccia se ne propone qualche citazione di quelle che forse meno facilmente si troveranno sui giornali.
La modernità di Francesco, descritto come “un mistico e un pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso. In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore”.
L’urgenza di proteggere la terra, casa comune, “comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare”.
La citazione delle piccole specie e dei microrganismi: “Probabilmente ci turba venire a conoscenza dell’estinzione di un mammifero o di un volatile, per la loro maggiore visibilità. Ma per il buon funzionamento degli ecosistemi sono necessari anche i funghi, le alghe, i vermi, i piccoli insetti, i rettili e l’innumerevole varietà di microorganismi.”
L’attenzione alle dinamiche dei media e del mondo digitale, che, “quando diventano onnipresenti, non favoriscono lo sviluppo di una capacità di vivere con sapienza, di pensare in profondità, di amare con generosità. I grandi sapienti del passato, in questo contesto, correrebbero il rischio di vedere soffocata la loro sapienza in mezzo al rumore dispersivo dell’informazione”.
L’alibi della superficialità: “Se guardiamo in modo superficiale, al di là di alcuni segni visibili di inquinamento e di degrado, sembra che le cose non siano tanto gravi e che il pianeta potrebbe rimanere per molto tempo nelle condizioni attuali. Questo comportamento evasivo ci serve per mantenere i nostri stili di vita, di produzione e di consumo. È il modo in cui l’essere umano si arrangia per alimentare tutti i vizi autodistruttivi: cercando di non vederli, lottando per non riconoscerli, rimandando le decisioni importanti, facendo come se nulla fosse.”
Lo sguardo sulla natura fatta di suolo, acqua, montagne che portano il papa a dire: “tutto è carezza di Dio”, e la considerazione che “la storia della propria amicizia con Dio si sviluppa sempre in uno spazio geografico che diventa un segno molto personale, e ognuno di noi conserva nella memoria luoghi il cui ricordo gli fa tanto bene. Chi è cresciuto tra i monti, o chi da bambino sedeva accanto al ruscello per bere, o chi giocava in una piazza del suo quartiere, quando ritorna in quei luoghi si sente chiamato a recuperare la propria identità.”
Di seguito il servizio realizzato per Rainews e un breve commento di Padre Antonio Spadaro.
Cattolici e ortodossi Pasqua lo stesso giorno?
Una mossa alla ricerca della piena unità tra i cristiani la disponibilità di papa Francesco a fissare una stessa data, tra cattolici e ortodossi, per la celebrazione della Pasqua. Apprezzando lo sforzo di Bartolomeo I per una Pasqua comune in seno all’ortodossia, Papa Francesco ha ricordato che la comunità ortodossa finlandese può celebrare la Pasqua lo stesso giorno dei luterani “per non dare lo scandalo della divisione: quando resuscita il tuo Cristo? Il mio la settimana prossima: è uno scandalo”. E se “si lavora moltissimo su questo” la data definitiva, ipotizza il papa, “potrebbe essere la seconda domenica di aprile”
Papa Francesco a Sarajevo. La pace sia con voi
Una giornata intensa, quella di papa Francesco a Sarajevo, fatta di parole e di gesti, tutti densi e tutti significanti, anche quelli più semplici. Dall’invocazione alla pace, all’abbraccio con i martiri, in cattedrale, fino all’incontro con i giovani, al centro Giovanni Paolo II.
All’incontro con i giovani il papa ha lasciato da parte il testo scritto e ha risposto a braccio a quattro domande. Noi eravamo lì, in diretta per Rainews24, e il papa ha iniziato a parlare di televisione. In una giornata dedicata alla pace e al dialogo interreligioso, in cui aveva invocato l’armonia, auspicato ponti, riconciliazione e pace, il papa parlava a braccio di televisione, spiegando perché da 20 anni non la guarda più.
Per chi fa televisione la risposta è da meditare. Anche per chi fa informazione, in tempi in cui i conflitti, le guerre, si fanno con le armi ma anche con le immagini, che i terroristi oggi sanno produrre, usare e diffondere con una regia e degli obiettivi precisi. La “terza guerra mondiale a pezzi” di cui parla il papa si serve anche delle immagini dell’orrore, ed è per questo che le parole de papa sulla televisione ci sono sembrate pertinenti anche rispetto alla sua testimonianza contro la guerra, per la pace, per il futuro.Eccole: “Sì, a metà degli anni ’90, ho sentito una notte che questo non mi faceva bene, mi alienava, mi portava fuori… e ho deciso di non guardarla (la televisione, ndr). Quando volevo guardare un bel film, andavo al centro televisivo dell’arcivescovado e lo guardavo lì; ma soltanto quel film… La televisione invece mi alienava e mi portava fuori da me, non mi aiutava… Certo, io sono dell’età della pietra, sono antico!
E noi adesso… io capisco che il tempo è cambiato: viviamo nel tempo dell’immagine. E questo è molto importante. E nel tempo dell’immagine si deve fare quello che si faceva nel tempo dei libri: scegliere le cose che mi fanno bene! Da qui derivano due cose. Prima: la responsabilità dei centri televisivi di fare programmi che fanno bene, che fanno bene ai valori, che costruiscano la società, che ci portino avanti, non che ci portino giù. E poi fare programmi che ci aiutino affinché i valori, i veri valori, diventino più forti e ci preparino per la vita. Questa è responsabilità dei centri televisivi.
Secondo: sapere scegliere i programmi, e questa una responsabilità nostra. Se io vedo che un programma non mi fa bene, mi butta giù i valori, mi fa diventare volgare, anche nelle sporcizie, io devo cambiare canale. Come si faceva nella mia età della pietra: quando un libro era buono, tu lo leggevi; quando un libro ti faceva male, lo buttavi. E poi c’è un terzo punto: il punto della cattiva fantasia, di quella fantasia che uccide l’anima. Se tu che sei giovane vivi attaccato al computer e diventi schiavo del computer, tu perdi la libertà! E se tu nel computer cerchi i programmi sporchi, tu perdi la dignità!
Vedere la televisione, usare il computer, ma per le cose belle, le cose grandi, le cose che ci fanno crescere. Questo è buono! Grazie.”
Nel video la nostra visita, aspettando Papa Francesco a Sarajevo, alla parrocchia di Sant’Ignzio
L’ultimo saluto al cardinale Tucci
C’era anche papa Francesco nella basilica vaticana, per l’ultimo saluto al cardinale Roberto Tucci, che fu direttore della Civiltà Cattolica, perito al Concilio Vaticano II, grande organizzatore dei viaggi di Giovani Paolo II. Le esequie sono state presiedute dal cardinale decano Angelo Sodano.
Il ricordo di padre Antonio Spadaro