Cuore del viaggio del Papa in Messico, la celebrazione al Santuario di Guadalupe. Sentiamo il commento di padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica al microfono di Vania De Luca
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Papa Francesco è arrivato in Messico dopo la storica tappa a Cuba, per incontrare il patriarca di Mosca Kirill… A sorpresa ha commentato l’incontro con i giornalisti arrivando a Città del Messico. Sul volo papale c’era anche il direttore di Civiltà cattolica ANTONIO Spadaro. Sentiamolo al microfono di Vania De Luca
Visita alla comunità ebraica
Dopo Giovanni Paolo II nel 1986 e Benedetto XVI nel 2010, papa Francesco è il terzo papa a entrare nella sinagoga di Roma. Ad accoglierlo, domenica 17 gennaio, il rabbino capo Di Segni al quale abbiamo domandato il significato di questa visita.
Niente muri per costruire la pace
Per papa Francesco la prima grande tentazione delle guerre, comprese quelle in corso, sono i muri. Lo ha detto ai partecipanti al congresso mondiale delle scuole cattoliche, a pochi giorni dalla partenza per l’Africa.
Papa Francesco in America Latina
Una grande esperienza aver seguito il viaggio di papa Francesco in America Latina tra i giornalisti del volo papale, unica possibilità per raccontare in diretta le varie tappe di giornate intensissime, in cui si è usato l’aereo come fosse un taxi, e si è passati dal livello del mare ai 4.100 metri di altezza di La Paz con l’impressione che stessimo andando sulle montagne russe. Del racconto televisivo realizzato per Rainews si riprendono qui sul blog i servizi conclusivi realizzati nei tre paesi, Ecuador, Bolivia e Paraguay, con il commento fatto da Padre Antonio Spadaro appena rientrati in Italia, all’aeroporto di Ciampino.
Ecco i link dei tre tweet books con tutte le foto realizzate in Ecuador Bolivia e Paraguay, che hanno alimentato il live twitting sul sitorainews.it
#papaecuador http://www.
#papa Bolivia http://www.trytweetbook.com/
#papaParaguay http://www.trytweetbook.com/
Famiglia
Verso il sinodo di ottobre
Un annuncio che dia speranza e che non schiacci, che favorisca percorsi di riparazione e di perdono, che senza snaturare il messaggio del Vangelo e della chiesa aiuti a sperimentare l’infinita Misericordia di Dio. È la filosofia dello strumento di lavoro in vista del sinodo ordinario sulla famiglia di ottobre reso pubblico dopo otto mesi di ascolto delle sfide di oggi: quella economica e quella della povertà, quella ecologica e quella legata alle migrazioni.
L’indissolubilità è indicata come “dono e compito”, ma gli occhi sono bene aperti su una realtà complessa: matrimoni civili tra uomo e donna, matrimoni tradizionali e anche convivenze, che in alcuni casi, si dice, possono essere accompagnate verso il matrimonio sacramentale. Separati e divorziati, sia risposati che non, o le famiglie monoparentali, si citano tra le “famiglie ferite” e da curare.
Sulle unioni di persone dello stesso sesso, uno dei punti più controversi del sinodo straordinario dell’ottobre scorso, il documento è inequivocabile: «Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia». Ciò non toglie che uomini e donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza, evitando, si dice, “ogni marchio di ingiusta discriminazione”.
Per il caso dei divorziati risposati che vivono una “convivenza irreversibile”, ma chiedono di ricevere la comunione, si parla di un ” comune accordo sull’ipotesi di un itinerario di riconciliazione o via penitenziale, sotto l’autorità del vescovo”. Per ora, dunque, un’ipotesi, né si specifica quale potrebbe essere il possibile percorso.
Nessuna decisione, insomma, come del resto era scontato. Questo documento è infatti la sintesi, aperta a diverse strade, del percorso sinodale fatto finora, con le analisi, il dibattito, i punti controversi. Su questa base si discuterà, e si deciderà a ottobre.
Alcune aperture tuttavia si colgono: Per i divorziati risposati civilmente, ad esempio, si incoraggiano percorsi di integrazione nella vita della comunità cristiana, per le cause di nullità si parla di snellimento delle procedure e di rilevanza della fede. In alcuni casi dolorosi, come quello del tradimento coniugale, si definisce “necessaria” una vera e propria opera di “riparazione alla quale rendersi disponibili.”
Intanto papa Francesco accompagna il percorso verso il sinodo con le catechesi del mercoledì dedicate alla famiglia. Oggi ha palato di fragilità, ferite, figli.
Il papa ai valdesi
‘Unita non significa uniformità, ha detto papa Francesco ai valdesi, ricordando che I fratelli, pur essendo accomunati da una stessa origine, non sono identici tra di loro. Chiede perdono, papa Francesco, per i comportamenti non cristiani del passato. E chissà se questa unità che si fa in cammino non prenda nuovo slancio proprio da questa visita a Torino.
Laudato si.
Sulla cura della casa comune
E’ un’enciclica da leggere e da meditare, frutto di una sapienza profonda che riesce a proporre una via possibile a un’umanità che se non cambia rotta rischia l’estinzione. È un testo che riesce a parlare a tutti: credenti di ogni credo, uomini e donne del nord e del sud del mondo, dell’oriente e dell’occidente. Per lasciarne qui qualche traccia se ne propone qualche citazione di quelle che forse meno facilmente si troveranno sui giornali.
La modernità di Francesco, descritto come “un mistico e un pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso. In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore”.
L’urgenza di proteggere la terra, casa comune, “comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare”.
La citazione delle piccole specie e dei microrganismi: “Probabilmente ci turba venire a conoscenza dell’estinzione di un mammifero o di un volatile, per la loro maggiore visibilità. Ma per il buon funzionamento degli ecosistemi sono necessari anche i funghi, le alghe, i vermi, i piccoli insetti, i rettili e l’innumerevole varietà di microorganismi.”
L’attenzione alle dinamiche dei media e del mondo digitale, che, “quando diventano onnipresenti, non favoriscono lo sviluppo di una capacità di vivere con sapienza, di pensare in profondità, di amare con generosità. I grandi sapienti del passato, in questo contesto, correrebbero il rischio di vedere soffocata la loro sapienza in mezzo al rumore dispersivo dell’informazione”.
L’alibi della superficialità: “Se guardiamo in modo superficiale, al di là di alcuni segni visibili di inquinamento e di degrado, sembra che le cose non siano tanto gravi e che il pianeta potrebbe rimanere per molto tempo nelle condizioni attuali. Questo comportamento evasivo ci serve per mantenere i nostri stili di vita, di produzione e di consumo. È il modo in cui l’essere umano si arrangia per alimentare tutti i vizi autodistruttivi: cercando di non vederli, lottando per non riconoscerli, rimandando le decisioni importanti, facendo come se nulla fosse.”
Lo sguardo sulla natura fatta di suolo, acqua, montagne che portano il papa a dire: “tutto è carezza di Dio”, e la considerazione che “la storia della propria amicizia con Dio si sviluppa sempre in uno spazio geografico che diventa un segno molto personale, e ognuno di noi conserva nella memoria luoghi il cui ricordo gli fa tanto bene. Chi è cresciuto tra i monti, o chi da bambino sedeva accanto al ruscello per bere, o chi giocava in una piazza del suo quartiere, quando ritorna in quei luoghi si sente chiamato a recuperare la propria identità.”
Di seguito il servizio realizzato per Rainews e un breve commento di Padre Antonio Spadaro.
Cattolici e ortodossi Pasqua lo stesso giorno?
Una mossa alla ricerca della piena unità tra i cristiani la disponibilità di papa Francesco a fissare una stessa data, tra cattolici e ortodossi, per la celebrazione della Pasqua. Apprezzando lo sforzo di Bartolomeo I per una Pasqua comune in seno all’ortodossia, Papa Francesco ha ricordato che la comunità ortodossa finlandese può celebrare la Pasqua lo stesso giorno dei luterani “per non dare lo scandalo della divisione: quando resuscita il tuo Cristo? Il mio la settimana prossima: è uno scandalo”. E se “si lavora moltissimo su questo” la data definitiva, ipotizza il papa, “potrebbe essere la seconda domenica di aprile”