Papa Francesco in Messico: “Preferisco una famiglia ferita a una società inferma”


Penultima giornata per Papa Francesco in Messico. Nel pomeriggio  sarà  a Morelia capitale del Michoacan: In programma, l’incontro con i giovani. Domani la tappa forse più simbolica: la visita a Ciudad Juarez, al confine con gli Stati uniti, terra di narcotrafficanti e tratta di eprsone. Ieri in Chiapas, l’incontro con le comunità  indio. La nostra Inviata Vania De Luca ha parlato del significato di quest’ultima tappa del papa con il direttore de “La Civiltà  Cattolica” Antonio Spadaro. Sentiamo

TWEET STORY Papa America Latina

E mentre ci prepariamo per il prossimo viaggio apostolico di papa Francesco, tra Cuba e Stati Uniti, ecco una sintesi delle intense giornate vissute in America Latina, tra Ecuador, Bolivia e Paraguay, recuperando dirette, interviste e tweet realizzati con Antonio Spadaro e Antonio Silvi

Papa Francesco e le ferite all’interno della famiglia

Udienza del mercoledì dedicata da papa Francesco alle ferite all’interno della famiglia: Se vengono trascurate diventano lacerazioni, dice il Papa, “dobbiamo chiederci come aiutarle e accompagnarle”. Anche perché “i bambini non diventino ostaggi o del papà o della mamma”. Tutti temi che torneranno nel dibattito al sinodo sulla famiglia di ottobre. Ieri è stato presentato lo strumento di lavoro. Il servizio di Vania de Luca

Papa Francesco a Torino

 

Papa Francesco a TorinoLa sindone spinge verso il volto di ogni persona sofferente e ingiustamente perseguitata, ha detto Papa Francesco all’Angelus domenicale, in piazza Vittorio, a Torino, dopo l’incontro con i lavoratori e la sosta in preghiera davanti alla sindone. Difficile condensare i momenti salienti di una giornata così densa, in cui i messaggi religiosi e quelli sociali si sono intrecciati armonicamente: l’incontro con la famiglia salesiana, la visita al Cottolengo, la festa con i giovani con un discorso tutto a braccio che ha entusiasmato una piazza gremita. Ecco il servizio conclusivo di una lunga giornata vissuta e raccontata in diretta per Rainews.

Il papa del mondo

La proposta di un’unica data per la Pasqua, per ortodossi e cattolici, con la disponibilità della chiesa cattolica a una rinuncia finalizzata a un incontro: “Dobbiamo metterci d’accordo”, dice Papa Francesco, e la Chiesa Cattolica è disposta sin dai tempi di Paolo VI a fissare una data e rinunciare al primo solstizio dopo la luna piena di marzo”. Poi l’annuncio del prossimo viaggio in Africa, a Novembre, in Uganda e Repubblica centroafricana, (forse anche in Kenia), la notazione che oggi la luce della spiritualità viene dall’Oriente ortodosso e dall’Asia, mentre l’occidente esporta lusso, edonismo e consumismo, tutte cose che ne stanno provocando la decadenza. Papa Francesco come un fiume, o forse come un ruscello sorgivo all’incontro mondiale dei sacerdoti a San Giovanni in Laterano. Iniziato con una sosta silenziosa e in preghiera davanti a un’icona mariana posta sull’altare. Che il papa si china a baciare, prima di rivolgere lo sguardo e il pensiero al mondo. La chiesa è donna, non si stanca di ripetere, e non è femminismo osservare che Maria è più importante degli apostoli.

Verso il giubileo
Intervista con padre Spadaro

Che questo è il tempo della misericordia papa Francesco lo aveva detto all’inizio di quet’anno, così come da tempo ha detto di essere venuto a “misericordiare”: un verbo inventato, che chissà, forse un giorno entrerà nel vocabolario della lingua della chiesa universale. Nell’evangelii gaudium  “misericordia” è un termine che torna 31 volte, ma nel tempo di questo papa non è una parola quanto un’urgenza: rendere visibile il volto di Dio che è Padre misericordioso, quello della sua chiesa che è madre accogliente. Nella storia della chiesa ci sono stati 26 giubilei ordinari. Nel ‘900  due quelli straordinari, nel 1933 e nel 1983. Quello che inizierà l’8 dicembre prossimo, nel cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II, sarà dunque un anno santo a tema. Papa Francesco aprirà una porta che solitamente è chiusa, la porta santa, e per un anno ci sarà un ingresso in più per entrare nella chiesa.  Il messaggio cha da questo processo può scaturire è destinato  non  solo ai credenti o di cristiani, ma a tutti gli uomini.
Non c’è peccato che non possa essere perdonato, non si stanca di ripetere papa Francesco, che nella celebrazione penitenziale in cui ha annunciato l’anno santo, si è mostrato in ginocchio per confessarsi. Ricorda l’inizio della sua vocazione sacerdotale: la necessità di una confessione, la gioia del sentirsi perdonato.
Nel video, padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica. Ospite di Rainews.