Papa Francesco a Sarajevo. La pace sia con voi

Una giornata intensa, quella di papa Francesco a Sarajevo, fatta di parole e di gesti, tutti densi e tutti significanti, anche quelli più semplici. Dall’invocazione alla pace, all’abbraccio con i martiri, in cattedrale, fino all’incontro con i giovani, al centro Giovanni Paolo II.

All’incontro con i giovani il papa ha lasciato da parte il testo scritto e ha risposto a braccio a quattro domande. Noi eravamo lì, in diretta per Rainews24, e il papa ha iniziato a parlare di televisione. In una giornata dedicata alla pace e al dialogo interreligioso, in cui aveva invocato l’armonia, auspicato ponti, riconciliazione e pace, il papa parlava a braccio di televisione, spiegando perché da 20 anni non la guarda più.
IMG_6703Per chi fa televisione la risposta è da meditare. Anche per chi fa informazione, in tempi in cui i conflitti, le guerre, si fanno con le armi ma anche con le immagini, che i terroristi oggi sanno produrre, usare e diffondere con una regia e degli obiettivi precisi. La “terza guerra mondiale a pezzi” di cui parla il papa si serve anche delle immagini dell’orrore, ed è per questo che le parole de papa sulla televisione ci sono sembrate pertinenti anche rispetto alla sua testimonianza contro la guerra, per la pace, per il futuro.Eccole: “Sì, a metà degli anni ’90, ho sentito una notte che questo non mi faceva bene, mi alienava, mi portava fuori… e ho deciso di non guardarla (la televisione, ndr). Quando volevo guardare un bel film, andavo al centro televisivo dell’arcivescovado e lo guardavo lì; ma soltanto quel film… La televisione invece mi alienava e mi portava fuori da me, non mi aiutava… Certo, io sono dell’età della pietra, sono antico!

FullSizeRenderE noi adesso… io capisco che il tempo è cambiato: viviamo nel tempo dell’immagine. E questo è molto importante. E nel tempo dell’immagine si deve fare quello che si faceva nel tempo dei libri: scegliere le cose che mi fanno bene! Da qui derivano due cose. Prima: la responsabilità dei centri televisivi di fare programmi che fanno bene, che fanno bene ai valori, che costruiscano la società, che ci portino avanti, non che ci portino giù. E poi fare programmi che ci aiutino affinché i valori, i veri valori, diventino più forti e ci preparino per la vita. Questa è responsabilità dei centri televisivi.
Secondo: sapere scegliere i programmi, e questa una responsabilità nostra. Se io vedo che un programma non mi fa bene, mi butta giù i valori, mi fa diventare volgare, anche nelle sporcizie, io devo cambiare canale. Come si faceva nella mia età della pietra: quando un libro era buono, tu lo leggevi; quando un libro ti faceva male, lo buttavi. E poi c’è un terzo punto: il punto della cattiva fantasia, di quella fantasia che uccide l’anima. Se tu che sei giovane vivi attaccato al computer e diventi schiavo del computer, tu perdi la libertà! E se tu nel computer cerchi i programmi sporchi, tu perdi la dignità!
Vedere la televisione, usare il computer, ma per le cose belle, le cose grandi, le cose che ci fanno crescere. Questo è buono! Grazie.”

Nel video la nostra visita, aspettando Papa Francesco a Sarajevo, alla parrocchia di Sant’Ignzio

Dopo #papaFilippine nuove avventure in vista

Sarà in America Latina il prossimo viaggio intercontinentale di papa Francesco, previsto dal 6 al 12 luglio in tre paesi: Ecuador, Bolivia e Paraguay. Sarà un viaggio densissimo, in posti non ben collegati tra loro, che in questi giorni stiamo cercando di capire come coprire al meglio.
Sperando che anche da lì sia possibile la cronaca dentro gli eventi secondo le modalità multimediali e in diretta che abbiamo finora seguito in Corea, Albania, Turchia, Sri Lanka e Filippine, abbiamo ricostruito una sintesi del racconto di Rainews24 e di Rainews.it dello scorso gennaio nelle Filippine attraverso le dirette, i servizi e i tweet.
Questo video (in onda nei prossimi giorni su Rainews24) è dedicato a tutti quelli, soprattutto pubblico televisivo e followers, che continuano a incoraggiarci nella nostra ricerca, talvolta audace, talvolta imperfetta, ma sempre onesta e appassionata di fare al meglio il nostro mestiere attraverso nuove strade che rendano al meglio la complessità ma anche le potenzialità dei nostri tempi.

L’ultimo saluto al cardinale Tucci

C’era anche papa Francesco nella basilica vaticana, per l’ultimo saluto al cardinale Roberto Tucci, che fu direttore della Civiltà Cattolica, perito al Concilio Vaticano II, grande organizzatore dei viaggi di Giovani Paolo II. Le esequie sono state presiedute dal cardinale decano Angelo Sodano.
Il ricordo di padre Antonio Spadaro

Maradiaga sulle riforme del C9

Si è appena chiusa in vaticano la riunione del C9, il consiglio di cardinali per la riforma della Curia voluto da papa Francesco. A coordinare il gruppo, il cardinale Oscar Maradiaga, che abbiamo incontrato a margine della presentazione di un volumetto- antologia sui Poveri, edito dall’Ave nella collana sulle Parole di Francesco.

Pasqua, le donne, il mistero.

Dobbiamo imparare dalle “discepole di Gesu'”, dice papa Francesco nell’omelia della veglia pasquale nella basilica vaticana. Furono loro ad andare al sepolcro mentre gli uomini rimasero chiusi nel cenacolo. Furono loro le prime a entrare nel mistero, loro le prime a uscire dal secpolcro in cui avevano trovato il coraggio di entrare

Verso il giubileo
Intervista con padre Spadaro

Che questo è il tempo della misericordia papa Francesco lo aveva detto all’inizio di quet’anno, così come da tempo ha detto di essere venuto a “misericordiare”: un verbo inventato, che chissà, forse un giorno entrerà nel vocabolario della lingua della chiesa universale. Nell’evangelii gaudium  “misericordia” è un termine che torna 31 volte, ma nel tempo di questo papa non è una parola quanto un’urgenza: rendere visibile il volto di Dio che è Padre misericordioso, quello della sua chiesa che è madre accogliente. Nella storia della chiesa ci sono stati 26 giubilei ordinari. Nel ‘900  due quelli straordinari, nel 1933 e nel 1983. Quello che inizierà l’8 dicembre prossimo, nel cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II, sarà dunque un anno santo a tema. Papa Francesco aprirà una porta che solitamente è chiusa, la porta santa, e per un anno ci sarà un ingresso in più per entrare nella chiesa.  Il messaggio cha da questo processo può scaturire è destinato  non  solo ai credenti o di cristiani, ma a tutti gli uomini.
Non c’è peccato che non possa essere perdonato, non si stanca di ripetere papa Francesco, che nella celebrazione penitenziale in cui ha annunciato l’anno santo, si è mostrato in ginocchio per confessarsi. Ricorda l’inizio della sua vocazione sacerdotale: la necessità di una confessione, la gioia del sentirsi perdonato.
Nel video, padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica. Ospite di Rainews.

Misericordia, Un Giubileo straordinario

Nessuno può essere escluso dalla misericordia di Dio. È il cuore “programmatico” del pontificato di Papa Francesco che coincide con il cuore del Vangelo. E non è un caso che l’annuncio di un giubileo straordinario della Misericordia, dall’ 8 Dicembre prossimo al 20 dicembre 2016, Papa Francesco l’abbia dato nel secondo anniversario dell’inizio del suo pontificato. Il 13 marzo 2013 si presentava al mondo è il 13 marzo 2015 ha annunciato, in una celebrazione penitenziale, l’anno di grazia, festa del perdono. In un attimo ha allontanato l’attenzione da sé, e gli sguardi volti all’indietro, a quella sera di due anni fa e ai 24 mesi di pontificato appena trascorsi, si sono all’improvviso orientati in avanti, a questo nuovo “cammino” in cui bisogna entrare.