Un anno dopo, due uomini vestiti di bianco

Un anno fa, quando Benedetto XVI annunciava che avrebbe lasciato il pontificato, nessuno sapeva immaginare quel che ne sarebbe seguito.
Il solo pensiero di due uomini vestiti di bianco era per molti sconvolgente.

Oggi non solo riusciamo a pensare quel che allora sembrava impensabile, ma lo vediamo e giudichiamo normale come ogni cosa di cui si è accettata la possibilità dopo averla sperimentata: uno di quei casi in cui la realtà supera l’idea.

Per quella decisione inedita manca la parola adatta, forse qualcuno dovrebbe inventarla. Inesatta la parola “dimissioni”, non adeguata la parola “rinuncia”.

Del resto quella decisione, che Ratzinger disse di aver preso “dopo avere esaminato ripetutamente la mia coscienza davanti a Dio” fu resa possibile anche da un Concilio che aveva riconosciuto il primato della coscienza. Ed è giovane il concilio, appena mezzo secolo.

La vita di Ratzinger, in vaticano, scorre riservata e nella preghiera, ma non è isolata. Tra quanti ogni tanto vanno a fargli visita c’è anche papa Francesco, che un giorno lo definì affettuosamente “come un nonno”, mentre Benedetto ha scritto recentemente di sentire come “unico e ultimo compito”, quello di sostenere il Pontificato di papa Francesco nella preghiera.

Un anno fa ci sembrò un gigante che usciva di scena in punta di piedi.
Oggi un testimone coerente che in diversi modi si può servire la chiesa, ma solo mettendosi in ascolto di un’istanza più alta. Tutto il resto è solo umanità.