Taccuino del sinodo

Il Sinodo sulla famiglia di Papa FrancescoSul sinodo apertosi in Vaticano avremo in questi giorni analisi e commenti autorevoli. Qui sul blog segnalerò, a mo’ di appunti personali, qualche osservazione a margine o qualche “dietro le quinte”.

1 un bimbo con il ciuccio in braccio alla mamma, nell’aula del sinodo, tra i vescovi, i cardinali, i patriarchi, gli uditori, gli esperti, eccetera eccetera: Una presenza che segnala una novità. In verità quando l’ho visto, un po’ insofferente, ho pensato che sarebbe stato meglio al parco, ma in fondo la sua presenza lì potrebbe essere di una qualche utilità, non certo per lui (che sono certa avrebbe preferito il parco) ma per tutti gli altri.

2 “Leggere la realtà con gli occhi della fede e con il cuore di Dio” ha chiesto Papa Francesco ai padri sinodali. Ah, se esistessero degli occhiali con filtri speciali che zac! uno se li mette e vede nitidamente con gli occhi di Dio, mentre il suo battito cardiaco si sintonizza all’istante sul ritmo del cuore di Dio…. Non è così. La cifra del dibattito sarà non solo nel confronto delle idee, ma anche nella ricerca di una sintonia del vedere e del sentire, per un discernimento non semplice su una una realtà e su delle sfide complesse.

3. Lo speciale ringraziamento del papa ai giornalisti “per l’appassionata partecipazione e per l’ammirevole attenzione” dice non solo di una particolare sensibilità nei confronti dei vaticanisti che negli ultimi tempi non lavorano senza sosta al ritmo del trotto,  ma dice anche dell’importanza di una corretta informazione, perché la stampa, le tv e le radio sono un ponte importante di quell’aula con il mondo, e forse, chissà, anche del mondo con quell’aula.

Papa Francesco in America Latina

Una grande esperienza aver seguito il viaggio di papa Francesco in America Latina tra i giornalisti del volo papale, unica possibilità per raccontare in diretta le varie tappe di giornate intensissime, in cui si è usato l’aereo come fosse un taxi, e si è passati dal livello del mare ai 4.100 metri di altezza di La Paz con l’impressione che stessimo andando sulle montagne russe. Del racconto televisivo realizzato per Rainews si riprendono qui sul blog  i servizi conclusivi realizzati nei tre paesi, Ecuador, Bolivia e Paraguay, con il commento  fatto da Padre Antonio Spadaro appena rientrati in Italia, all’aeroporto di Ciampino.

Ecco i link dei tre tweet books con tutte le foto realizzate in Ecuador Bolivia e Paraguay, che hanno alimentato il live twitting sul sitorainews.it

#papaecuador http://www.trytweetbook.com/book/105188/pdf

#papa Bolivia http://www.trytweetbook.com/book/105189/pdf

#papaParaguay http://www.trytweetbook.com/book/105202/pdf

Famiglia
Verso il sinodo di ottobre

Un annuncio che dia speranza e che non schiacci, che favorisca percorsi di riparazione e di perdono, che senza snaturare il messaggio del Vangelo e della chiesa aiuti a sperimentare l’infinita Misericordia di Dio. È la filosofia dello strumento di lavoro in vista del sinodo ordinario sulla famiglia di ottobre reso pubblico dopo otto mesi di ascolto delle sfide di oggi: quella economica e quella della povertà, quella ecologica e quella legata alle migrazioni.

L’indissolubilità è indicata come “dono e compito”, ma gli occhi sono bene aperti su una realtà complessa: matrimoni civili tra uomo e donna, matrimoni tradizionali e anche convivenze, che in alcuni casi, si dice, possono essere accompagnate verso il matrimonio sacramentale. Separati e divorziati, sia risposati che non, o le famiglie monoparentali, si citano tra le “famiglie ferite” e da curare.

Sulle unioni di persone dello stesso sesso, uno dei punti più controversi del sinodo straordinario dell’ottobre scorso, il documento è inequivocabile: «Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia». Ciò non toglie che uomini e donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza, evitando, si dice, “ogni marchio di ingiusta discriminazione”.

Per il caso dei divorziati risposati che vivono una “convivenza irreversibile”, ma chiedono di ricevere la comunione, si parla di un ” comune accordo sull’ipotesi di un itinerario di riconciliazione o via penitenziale, sotto l’autorità del vescovo”. Per ora, dunque, un’ipotesi, né si specifica quale potrebbe essere il possibile percorso.

Nessuna decisione, insomma, come del resto era scontato. Questo documento è infatti la sintesi, aperta a diverse strade, del percorso sinodale fatto finora, con le analisi, il dibattito, i punti controversi. Su questa base si discuterà, e si deciderà a ottobre.

Alcune aperture tuttavia si colgono: Per i divorziati risposati civilmente, ad esempio, si incoraggiano percorsi di integrazione nella vita della comunità cristiana, per le cause di nullità si parla di snellimento delle procedure e di rilevanza della fede. In alcuni casi dolorosi, come quello del tradimento coniugale, si definisce “necessaria” una vera e propria opera di “riparazione alla quale rendersi disponibili.”

Intanto papa Francesco accompagna il percorso verso il sinodo con le catechesi del mercoledì dedicate alla famiglia. Oggi ha palato di fragilità, ferite, figli.

Il papa del mondo

La proposta di un’unica data per la Pasqua, per ortodossi e cattolici, con la disponibilità della chiesa cattolica a una rinuncia finalizzata a un incontro: “Dobbiamo metterci d’accordo”, dice Papa Francesco, e la Chiesa Cattolica è disposta sin dai tempi di Paolo VI a fissare una data e rinunciare al primo solstizio dopo la luna piena di marzo”. Poi l’annuncio del prossimo viaggio in Africa, a Novembre, in Uganda e Repubblica centroafricana, (forse anche in Kenia), la notazione che oggi la luce della spiritualità viene dall’Oriente ortodosso e dall’Asia, mentre l’occidente esporta lusso, edonismo e consumismo, tutte cose che ne stanno provocando la decadenza. Papa Francesco come un fiume, o forse come un ruscello sorgivo all’incontro mondiale dei sacerdoti a San Giovanni in Laterano. Iniziato con una sosta silenziosa e in preghiera davanti a un’icona mariana posta sull’altare. Che il papa si china a baciare, prima di rivolgere lo sguardo e il pensiero al mondo. La chiesa è donna, non si stanca di ripetere, e non è femminismo osservare che Maria è più importante degli apostoli.

Pasqua, le donne, il mistero.

Dobbiamo imparare dalle “discepole di Gesu'”, dice papa Francesco nell’omelia della veglia pasquale nella basilica vaticana. Furono loro ad andare al sepolcro mentre gli uomini rimasero chiusi nel cenacolo. Furono loro le prime a entrare nel mistero, loro le prime a uscire dal secpolcro in cui avevano trovato il coraggio di entrare

Verso il giubileo
Intervista con padre Spadaro

Che questo è il tempo della misericordia papa Francesco lo aveva detto all’inizio di quet’anno, così come da tempo ha detto di essere venuto a “misericordiare”: un verbo inventato, che chissà, forse un giorno entrerà nel vocabolario della lingua della chiesa universale. Nell’evangelii gaudium  “misericordia” è un termine che torna 31 volte, ma nel tempo di questo papa non è una parola quanto un’urgenza: rendere visibile il volto di Dio che è Padre misericordioso, quello della sua chiesa che è madre accogliente. Nella storia della chiesa ci sono stati 26 giubilei ordinari. Nel ‘900  due quelli straordinari, nel 1933 e nel 1983. Quello che inizierà l’8 dicembre prossimo, nel cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II, sarà dunque un anno santo a tema. Papa Francesco aprirà una porta che solitamente è chiusa, la porta santa, e per un anno ci sarà un ingresso in più per entrare nella chiesa.  Il messaggio cha da questo processo può scaturire è destinato  non  solo ai credenti o di cristiani, ma a tutti gli uomini.
Non c’è peccato che non possa essere perdonato, non si stanca di ripetere papa Francesco, che nella celebrazione penitenziale in cui ha annunciato l’anno santo, si è mostrato in ginocchio per confessarsi. Ricorda l’inizio della sua vocazione sacerdotale: la necessità di una confessione, la gioia del sentirsi perdonato.
Nel video, padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica. Ospite di Rainews.

Papa Francesco, lo sguardo delle donne

In occasione dell’8 marzo papa Francesco ha mandato al termine dell’angelus il suo saluto a tutte le donne. Ha detto che un mondo dove le donne sono emarginate è un mondo sterile, poi ha aggiunto parole non previste dal testo scritto, evidentemente aggiunte di suo pugno. Riguardano lo sguardo diverso delle donne, la loro capacità di capire il mondo con occhi diversi, di sentire le cose con cuore più creativo, più paziente, più tenero.
Dice soprattutto che queste capacità si possono trasmettere, come la vita. Una strada tutta da percorrere.