Che questo è il tempo della misericordia papa Francesco lo aveva detto all’inizio di quet’anno, così come da tempo ha detto di essere venuto a “misericordiare”: un verbo inventato, che chissà, forse un giorno entrerà nel vocabolario della lingua della chiesa universale. Nell’evangelii gaudium “misericordia” è un termine che torna 31 volte, ma nel tempo di questo papa non è una parola quanto un’urgenza: rendere visibile il volto di Dio che è Padre misericordioso, quello della sua chiesa che è madre accogliente. Nella storia della chiesa ci sono stati 26 giubilei ordinari. Nel ‘900 due quelli straordinari, nel 1933 e nel 1983. Quello che inizierà l’8 dicembre prossimo, nel cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II, sarà dunque un anno santo a tema. Papa Francesco aprirà una porta che solitamente è chiusa, la porta santa, e per un anno ci sarà un ingresso in più per entrare nella chiesa. Il messaggio cha da questo processo può scaturire è destinato non solo ai credenti o di cristiani, ma a tutti gli uomini.
Non c’è peccato che non possa essere perdonato, non si stanca di ripetere papa Francesco, che nella celebrazione penitenziale in cui ha annunciato l’anno santo, si è mostrato in ginocchio per confessarsi. Ricorda l’inizio della sua vocazione sacerdotale: la necessità di una confessione, la gioia del sentirsi perdonato.
Nel video, padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica. Ospite di Rainews.