Il papa e il presidente

A conclusione dell’incontro in vaticano, durato anche più del previsto, Papa Francesco non appariva sorridente come Obama.
Qualcuno ha commentato che nelle occasioni formali e rituali non è a suo agio come nei contesti più semplici, più informali. Chi lo segue con attenzione in realtà nota che lui è a suo agio con tutti,e sempre, anche se il suo volto esprime significati non sempre esplicitati a parole. In questo caso forse il suo volto voleva significare la differenza sostanziale, ontologica, tra un leader religioso (che è un’ autorità morale perchè prima è un’autorità spirituale), e il leader politico che è il più potente uomo della terra. Due uomini così si possono incontrare, possono dialogare, possono anche condividere percorsi e obiettivi comuni, ma senza dimenticare che uguali non sono. Si muovono su piani diversi. E’ in fondo quello che il papa continua a dire alla chiesa, che vuole lontana dal potere ma non certo fuori dalla storia.
Durante l’incontro con Obama Papa Francesco aveva, nei diversi momenti, uno sguardo cordiale, mite, fermo, ironico, disteso. Ha sorriso, ha rivolto gli occhi in basso, ha guardato diritto negli occhi…. Non era certo una persona non a suo agio.
“Non dimenticarti dei poveri” gli disse il suo amico cardinale salutandolo nella Cappella Sistina prima ancora che scegliesse il nome di Francesco.
Forse anche a loro, ai suoi poveri, il primo papa latino-americano della storia pensava mentre posava per la foto di rito con la delegazione americana. Sorriso smagliante solo di Obama. Se uno dei suoi poveri vedesse quella foto potrebbe facilmente pensare “non mi ha dimenticato”.