Il nostro è un paese malato di ideologismi
in cui le decisioni importanti spesso vengono prese da lobby che non hanno in alcuna considerazione il bene comune ma si occupano solo dei propri interessi. E’ la denuncia del Segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, vescovo di Cassano allo Ionio, che abbiamo intervistato in vista della visita del papa nella sua diocesi, il 21 giugno. Per papa Francesco, ci ha detto, la vita non si vive con il lobbismo, neanche quello religioso, ma con relazioni belle, nuove, costruttive.
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Papa Francesco Pace in Medio Oriente
All’udienza generale del mercoledì papa Francesco parla del viaggio in Terrasanta dei giorni scorsi, e ne cita alcuni momenti. Ribadisce che la pace si fa artigianalmente, ironizzando che “non ci sono industrie di pace”. Ricorda l’invito, in vaticano, a Shimon Peres e Abu Mazen in nome della pace. Secondo la stampa Israeliana l’incontro potrebbe avvenire molto presto, forse già il 5 o 6 giugno.
Nel servizio le tappe principali del viaggio.
Papa Francesco La spiritualità dei bambini intervista a mons Eduardo Garcia
“Nella vita spirituale siamo come bambini”, ha detto papa Francesco agli studenti dei collegi pontifici romani ricevuti in udienza in Vaticano il 12 maggio. Lui stesso, che con i bambini va molto d’accordo (la sintonia è reciproca) pur non avendo nulla di infantile, ha qualcosa del bambino: l’essenzialità, la semplicità, la gioia, la verità senza finzioni, la trasparenza, perfino la nettezza delle valutazioni che non conoscono zona grigia.
C’è forse in questo un tratto di spiritualità, portato a esempio a una chiesa messa in cammino. Per Bernanos il santo è colui che non è mai uscito dall’infanzia. Bergoglio sembra essere entrato nell’infanzia da quando è papa, in un percorso, di natura spirituale, che riesce a controbilanciare tanti pesi. Da cardinale, ci ha raccontato monsignor Eduardo Garcia, vescovo di Buenos Aires che per molti anni è stato suo ausiliario, era sempre serio, ora è arrivato a dire che essere papa “è divertente”.
Papa Francesco,
Un grazie e un sorriso per Rainews24
Eravamo al di là delle transenne, per poter raccontare in diretta l’arrivo di papa Francesco alla chiesa di San Stanislao, dove doveva celebrare messa per la comunità polacca. Avevamo promesso ai fotografi e agli operatori che non avremmo intralciato il loro lavoro, e che pur essendo in diretta ci saremmo abbassati all’arrivo del papa, privilegiando, anche noi, le immagini alle parole, che avremmo usato fuori campo. Papa Francesco ha cominciato a salutare le persone al di là delle transenne, e quando è arrivato davanti a noi, si è incuriosito a vederci parlare quasi seduti a terra. Così il suo “grazie” agli operatori dell’informazione è diventato anche un “grazie” a Rainews 24, per “il lavoro che fate”. Un grazie e un sorriso che ripagano di tante fatiche.
FREI BETTO I nuovi temi della teologia della liberazione
Le periferie nel cuore
di papa Francesco
dibattito Kasper-Rodotà
La notizia che papa Francesco giovedì santo celebrerà la messa in “Coena Domini” presso la Fondazione Don Gnocchi di Roma, e che laverà i piedi ad anziani e disabili arriva insieme alla richiesta di cercare “forme sempre più profonde e autentiche nell’esercizio della collegialità sinodale” espressa in una lettera al Segretario generale del Sinodo dei Vescovi, il cardinale Lorenzo Baldisseri, in occasione della nomina a vescovo del sotto-segretario, Fabio Fabene. I gesti e le riforme, il pastore e l’uomo di governo, procedono insieme.
A cinquant’anni dal Concilio, papa Francesco afferma che “serve, quanto mai, ravvivare ancor di più lo stretto legame con tutti i Pastori della Chiesa”, e in riferimento al Sinodo esprime il desidero di “valorizzare questa preziosa eredità conciliare”.
Di una Chiesa più sinodale, non chiusa in se stessa, che non può ridursi a “un castello di carte”, e dove tutti possano sentirsi a casa, il cardinale Kasper ha parlato alla presentazione di “Con le periferie nel cuore”, di Raffaele Luise. Uno stile di apertura e di dialogo che il costituzionalista Stefano Rodotà ha detto di apprezzare come una delle novità più significative del nostro tempo.
Il papa e il presidente
A conclusione dell’incontro in vaticano, durato anche più del previsto, Papa Francesco non appariva sorridente come Obama.
Qualcuno ha commentato che nelle occasioni formali e rituali non è a suo agio come nei contesti più semplici, più informali. Chi lo segue con attenzione in realtà nota che lui è a suo agio con tutti,e sempre, anche se il suo volto esprime significati non sempre esplicitati a parole. In questo caso forse il suo volto voleva significare la differenza sostanziale, ontologica, tra un leader religioso (che è un’ autorità morale perchè prima è un’autorità spirituale), e il leader politico che è il più potente uomo della terra. Due uomini così si possono incontrare, possono dialogare, possono anche condividere percorsi e obiettivi comuni, ma senza dimenticare che uguali non sono. Si muovono su piani diversi. E’ in fondo quello che il papa continua a dire alla chiesa, che vuole lontana dal potere ma non certo fuori dalla storia.
Durante l’incontro con Obama Papa Francesco aveva, nei diversi momenti, uno sguardo cordiale, mite, fermo, ironico, disteso. Ha sorriso, ha rivolto gli occhi in basso, ha guardato diritto negli occhi…. Non era certo una persona non a suo agio.
“Non dimenticarti dei poveri” gli disse il suo amico cardinale salutandolo nella Cappella Sistina prima ancora che scegliesse il nome di Francesco.
Forse anche a loro, ai suoi poveri, il primo papa latino-americano della storia pensava mentre posava per la foto di rito con la delegazione americana. Sorriso smagliante solo di Obama. Se uno dei suoi poveri vedesse quella foto potrebbe facilmente pensare “non mi ha dimenticato”.
Papa Francesco La chiesa che ascolta
San Giuseppe il ruolo del padre.
Custode e rifugiato, per scampare alla minaccia di Erode, ma anche esempio di educatore valido anche oggi. Così papa Francesco presenta San Giuseppe, patrono della chiesa universale, nel giorno a lui dedicato. E’ la festa del papà, ma anche l’anniversario dell’avvio del suo ministero petrino, iniziato con la messa del 19 marzo 2013.
Il padre era Dio, suggerisce papa Francesco, ma Giuseppe alleva Gesù, gli insegna il suo lavoro, lo accompagna alla sinagoga, lo aiuta a crescere in età, sapienza e grazia. E’ un modello di educatore, suggerisce, per ogni padre.
Figura silenziosa, per certi aspetti misteriosa, quasi sfuggente. Chissà se troppo semplice o troppo complessa.
I padri, come i figli, non si scelgono. Eppure proprio la modalità di quel rapporto, con il padre, con la madre, è determinante per la personalità, per la storia, di ciascuno.