Artigianale, parola spia del pensiero di Papa Francesco

Una volta ha definito “artigianale” la pace. Un’altra l’educazione. Prima di parlare agli ambasciatori accreditati presso la santa sede per i tradizionali auguri di inizio anno papa Francesco ha usato l’aggettivo “artigianale” per indicare una qualità dell’amore di Dio, che è “concreto, eterno e anche artigianale”, ha detto alla messa a Santa Marta. Con la pazienza e la cura delle mani, l’artigiano produce oggetti unici, non in serie. Così forse devono fare anche gli uomini e le donne di oggi, per ricostruire, artigianalmente, quell’armonia che manca a un’umanità smarrita.
Di crisi politiche ed emergenze sociali, di guerre e violenza sui più deboli, a partire dai bambini mai nati, papa Francesco ha parlato in un ampio discorso. Ha citato un detto popolare: “Dio perdona sempre, noi perdoniamo a volte, la natura e il creato non perdona mai quando viene maltrattato”, per trattare delle violenze sulla natura che sono alla base di tante catastrofi.
Ancora una volta ha presentato agli occhi del mondo la piccola Lampedusa, come simbolo di una generale -colpevole- indifferenza.

Pace è fraternità

Nel messaggio per la giornata mondiale della pace papa Francesco indica una parola semplice  come suo fondamento e via di pace: la fraternità,  declinata in tanti ambiti della vita e delle relazioni umane. Invita a riscoprirla nell’economia, a ripensare modelli di sviluppo e stili di vita, la indica come arma che può spegnare la guerra. Denuncia   corruzione e crimine organizzato, avverte che il conflitto nasce quando tra cittadino e istituzioni si incuneano interessi di parte. Chiede un uso retto delle risorse della terra. Definisce la fame nel mondo una vergogna. Mentre il messaggio è presentato in sala stampa, papa Francesco parla  agli ambasciatori di 17 stati ricevuti i vaticano per le credenziali, e insiste su un tema che gli sta particolarmente a cuore: la tratta degli esseri umani.  La definsice una forma di schiavitù che riguarda anche i paesi più sviluppati, un crimine contro l’umanità. Durissimo il passaggio in cui collega la tratta al commercio delle droghe, delle armi, alla mafia, e afferma che a volte ne sono stati contagiati anche operatori pubblici e membri dei contingenti delle missioni di pace. La persona umana non si dovrebbe mai vendere e comprare come una merce, avverte, e attenzione alla globalizzazione, che rende vicini ma non fratelli.