Taccuino del sinodo

Il Sinodo sulla famiglia di Papa FrancescoSul sinodo apertosi in Vaticano avremo in questi giorni analisi e commenti autorevoli. Qui sul blog segnalerò, a mo’ di appunti personali, qualche osservazione a margine o qualche “dietro le quinte”.

1 un bimbo con il ciuccio in braccio alla mamma, nell’aula del sinodo, tra i vescovi, i cardinali, i patriarchi, gli uditori, gli esperti, eccetera eccetera: Una presenza che segnala una novità. In verità quando l’ho visto, un po’ insofferente, ho pensato che sarebbe stato meglio al parco, ma in fondo la sua presenza lì potrebbe essere di una qualche utilità, non certo per lui (che sono certa avrebbe preferito il parco) ma per tutti gli altri.

2 “Leggere la realtà con gli occhi della fede e con il cuore di Dio” ha chiesto Papa Francesco ai padri sinodali. Ah, se esistessero degli occhiali con filtri speciali che zac! uno se li mette e vede nitidamente con gli occhi di Dio, mentre il suo battito cardiaco si sintonizza all’istante sul ritmo del cuore di Dio…. Non è così. La cifra del dibattito sarà non solo nel confronto delle idee, ma anche nella ricerca di una sintonia del vedere e del sentire, per un discernimento non semplice su una una realtà e su delle sfide complesse.

3. Lo speciale ringraziamento del papa ai giornalisti “per l’appassionata partecipazione e per l’ammirevole attenzione” dice non solo di una particolare sensibilità nei confronti dei vaticanisti che negli ultimi tempi non lavorano senza sosta al ritmo del trotto,  ma dice anche dell’importanza di una corretta informazione, perché la stampa, le tv e le radio sono un ponte importante di quell’aula con il mondo, e forse, chissà, anche del mondo con quell’aula.

Basterebbe qualche ora…

Vatican Spain_rainGiusto! Basterebbe qualche ora! Più misura, un po’ di moderazione….
Arrivato in vaticano con la moglie Letizia per il suo primo viaggio da quando è salito al trono di Spagna dopo l’abdicazione del padre Juan Carlos, re Felipe ha colto l’occasione per invitare papa Francesco in Spagna per il quinto centenario della nascita di Santa Teresa d’Avila, che ricorre il 28 marzo 2015.
Il segretario di Stato Pietro Parolin gli ha fatto presente che l’agenda del Papa è molto piena, che prevede tanti impegni, e così Felipe ha spiegato di aver detto al Papa che il viaggio sarebbe «molto importante» e che basterebbe anche una visita molto breve: «una questione di ore».
Già! Basterebbe qualche ora anche per una visita a una diocesi, basterebbe un’ora per una visita a un Policlinico….
Forse ci vorrebbe più attenzione e un’agenda meno assillante per un papa energico e generoso ma non giovanissimo, che da circa 15 mesi non si è concesso un giorno di riposo, che anche quest’estate non prevede vacanze, e che passerà il ferragosto in Corea con i giovani dell’Asia.
Solo guardando la settimana in corso si trovano udienze, 4 giorni di riunione con i cardinali del C8 per la riforma della curia, la visita di sabato in Molise con un fitto programma tra Campobasso Castelpetroso e Isernia.
Sarebbe bello vedere papa Francesco in Spagna per i 500 anni dalla nascita di una grande santa. Una questione di ore, che renderebbe possibili più cose, più possibili le cose.

Il papa e il presidente

A conclusione dell’incontro in vaticano, durato anche più del previsto, Papa Francesco non appariva sorridente come Obama.
Qualcuno ha commentato che nelle occasioni formali e rituali non è a suo agio come nei contesti più semplici, più informali. Chi lo segue con attenzione in realtà nota che lui è a suo agio con tutti,e sempre, anche se il suo volto esprime significati non sempre esplicitati a parole. In questo caso forse il suo volto voleva significare la differenza sostanziale, ontologica, tra un leader religioso (che è un’ autorità morale perchè prima è un’autorità spirituale), e il leader politico che è il più potente uomo della terra. Due uomini così si possono incontrare, possono dialogare, possono anche condividere percorsi e obiettivi comuni, ma senza dimenticare che uguali non sono. Si muovono su piani diversi. E’ in fondo quello che il papa continua a dire alla chiesa, che vuole lontana dal potere ma non certo fuori dalla storia.
Durante l’incontro con Obama Papa Francesco aveva, nei diversi momenti, uno sguardo cordiale, mite, fermo, ironico, disteso. Ha sorriso, ha rivolto gli occhi in basso, ha guardato diritto negli occhi…. Non era certo una persona non a suo agio.
“Non dimenticarti dei poveri” gli disse il suo amico cardinale salutandolo nella Cappella Sistina prima ancora che scegliesse il nome di Francesco.
Forse anche a loro, ai suoi poveri, il primo papa latino-americano della storia pensava mentre posava per la foto di rito con la delegazione americana. Sorriso smagliante solo di Obama. Se uno dei suoi poveri vedesse quella foto potrebbe facilmente pensare “non mi ha dimenticato”.