Taccuino del sinodo 2


1. “Leggere la realtà con gli occhi della fede e con il cuore di Dio” aveva chiesto ieri il Papa aprendo il  sinodo. Lo avevamo annotato sul taccuino. E sul cuore di Dio, fonte della misericordia, è tornato stamattina nella messa a Santa Marta, ricordando che “dove c’è il signore c’è misericordia” ma “dove c’è la rigidità” come diceva sant’ Ambrogio, “ci sono i suoi ministri”. Il riferimento al sinodo è implicito. Nel video un passaggio dell’omelia, che nessuna trascrizione del testo scritto riuscirebbe a rendere nella sua efficacia.

2. Non era previsto che anche oggi in papa prendesse la parola al sinodo. Invece l’ha fatto, per ricordare  che il sinodo è in continuità con quello straordinario dell’anno scorso, i cui documenti, la relazione finale e i due interventi del papa stesso a inizio e fine, fanno da base allo strumento di lavoro che è il testo di riferimento di questa assise. La dottrina della chiesa sul matrimonio non è stata messa in discussione, ha sottolineato, invitando a non ridurre l’ampiezza delle questioni alla comunione per i divorziati risposati. Per il vescovo canadese Durocher, se la relazione introduttiva è stata una bella presentazione dell’insegnamento, altri sottolineano di più come dialogare con il mondo. Insomma, tutto aperto, il dibattito va avanti.

Taccuino del sinodo

Il Sinodo sulla famiglia di Papa FrancescoSul sinodo apertosi in Vaticano avremo in questi giorni analisi e commenti autorevoli. Qui sul blog segnalerò, a mo’ di appunti personali, qualche osservazione a margine o qualche “dietro le quinte”.

1 un bimbo con il ciuccio in braccio alla mamma, nell’aula del sinodo, tra i vescovi, i cardinali, i patriarchi, gli uditori, gli esperti, eccetera eccetera: Una presenza che segnala una novità. In verità quando l’ho visto, un po’ insofferente, ho pensato che sarebbe stato meglio al parco, ma in fondo la sua presenza lì potrebbe essere di una qualche utilità, non certo per lui (che sono certa avrebbe preferito il parco) ma per tutti gli altri.

2 “Leggere la realtà con gli occhi della fede e con il cuore di Dio” ha chiesto Papa Francesco ai padri sinodali. Ah, se esistessero degli occhiali con filtri speciali che zac! uno se li mette e vede nitidamente con gli occhi di Dio, mentre il suo battito cardiaco si sintonizza all’istante sul ritmo del cuore di Dio…. Non è così. La cifra del dibattito sarà non solo nel confronto delle idee, ma anche nella ricerca di una sintonia del vedere e del sentire, per un discernimento non semplice su una una realtà e su delle sfide complesse.

3. Lo speciale ringraziamento del papa ai giornalisti “per l’appassionata partecipazione e per l’ammirevole attenzione” dice non solo di una particolare sensibilità nei confronti dei vaticanisti che negli ultimi tempi non lavorano senza sosta al ritmo del trotto,  ma dice anche dell’importanza di una corretta informazione, perché la stampa, le tv e le radio sono un ponte importante di quell’aula con il mondo, e forse, chissà, anche del mondo con quell’aula.

La “macchina” sinodale.

fotoIn questi giorni si è vista in funzione la macchina sinodale, di cui non tutti conoscevano l’esistenza, soprattutto in quell’opinione pubblica e in quegli operatori dell’informazione non specializzati in affari religiosi che stanno mostrando curiosità e interesse non solo per i contenuti di un’assemblea che si confronta su una materia “sensibile” (la famiglia, le famiglie, i figli, l’amore, le ferite, le diverse forme di unione o di disunione) ma anche per le modalità di un confronto e di una consultazione che non hanno eguali.

Comunque vada a finire, quali che siano le conclusioni di questo sinodo straordinario, (la domanda in queste ore è se e in che modo le diverse anime della chiesa cattolica sapranno arrivare a una sintesi condivisa) un risultato è già raggiunto, e non è cosa da poco: la macchina sinodale, fuori dal garage, è stata rimessa in cammino. Con la sua complessità, i termini latini non proprio atti alla vulgata (come “relatio ante disceptationem” e “relatio post disceptationem”), ma in fondo la sua modernità, la sua validità metodologica.

Istituito da paolo VI nel 1965 per mantenere viva l’esperienza del Concilio Vaticano II, il sinodo era stato definito da Giovanni Paolo II “lo strumento validissimo della collegialità episcopale”. Eppure questo sulla famiglia è appena il terzo straordinario in quasi 50 anni, il primo su una questione pastorale- dottrinaria- teologica- sociale – religiosa e laica di così vasta portata. Gli altri due furono nel 1969 sulle conferenze episcopali e la collegialità dei vescovi e nel 1985 sull’applicazione del concilio vaticano II.

Papa Francesco ha affidato la riflessione sulla famiglia a un cammino, dentro la complessità del metodo sinodale, intrinsecamente conciliare, pieno, in fondo, di futuro, perché non è una macchina farraginosa ma è, appunto, un cammino, con i laici, i pastori, le famiglie, le chiese locali… Non è un caso che a conclusione di questo sinodo straordinario ci sarà a San Pietro la celebrazione della messa per la beatificazione di Paolo VI, il papa che portò a compimento il Concilio vaticano II, e che il Sinodo dei Vescovi lo aveva istituito, nel 1965.

E dire che la complessità che abbiamo visto in questi giorni (265 interventi la prima settimana, 10 circoli linguistici al lavoro la seconda settimana, con circa 700 emendamenti proposti alla relazione di metà percorso, quella, appunto “ante disceptationem”, il documento e il messaggio finali) è solo una tappa, in vista di un altro sinodo sulla famiglia, ordinario, già in programma per l’anno prossimo.

“Io non ho ricette nuove da portarvi”, disse Papa Francesco l’anno scorso ad Assisi, parlando ai consigli pastorali dell’Umbria, “non c’è ne ne sono, è diffidate da chi dice di averne”. Le ricette sono antiche, come non nuove sono le macchine finalmente in moto.

La famiglia Il prisma e la sfera.

Il sinodo straordinario sulla famiglia prosegue fino a sabato 18 con le riunioni dei circoli minori e ancora con congregazioni generali, fino alla relazione finale e al messaggio al popolo di Dio che nel corso dell’anno prossimo, cioè fino al sinodo ordinario del 2015, potranno essere oggetto di analisi e confronto nelle chiese di tutto il mondo. Lavori in corso, dunque, cantiere aperto, e un metodo, quello sinodale, che Papa Francesco vorrebbe rendere, nella chiesa, permanente.
La relazione del cardinale Erdo, dopo gli oltre 250 interventi della prima settimana di sinodo, ha avuto una certa eco nell’opinione pubblica, soprattutto relativamente all’approccio nuovo che si è riscontrato sulle tematiche dalla famiglia e delle famiglie di oggi. “Non si affrettino conclusioni”, è stata la precisazione, arrivata, il giorno dopo, dal sinodo: il cammino è appena all’inizio, e “le questioni riguardanti la famiglia sono al centro dell’attenzione della Chiesa non solo per gli aspetti problematici”, come ha sottolineato in sala stampa il cardinale Filoni.
Per Papa Francesco la realtà è più simile a un prisma che una sfera. Il prisma ha diverse facce, non tutti suoi punti sono equidistanti dal centro. Ha anche pareti lisce e spigoli più o meno appuntiti. La sfera è tutta liscia, senza spigoli, con ogni punto equidistante dal centro. Affrontare le tematiche familiari (guardando peraltro non solo al nostro occidente) significa più che mai avere a che fare con le tante facce di un prisma: separati, divorziati (risposati o meno) conviventi, unioni civili, coppie di fatto, coppie omosessuali (che in alcuni paesi possono adottare bambini). A tutte queste realtà i padri sinodali hanno guardato non con occhio di giudici ma con occhio di pastori, ponendo, a ben guardare, più domande che risposte. Se e in che tempi arriveranno delle risposte alle nuove sfide poste da una pastorale familiare che Papa Francesco vorrebbe “intelligente, coraggiosa e piena d’amore” è da vedere, e il cammino è appena all’inizio, ma un dato chiaro è che parlare di famiglia oggi significa avere a che fare più con un prisma che con una sfera, e questo, sembrerebbe, è un dato già emerso.
Nel video l’intervento di Elisabetta Gandolfi a rainews 24 lunedì 13 ottobre.

Il sinodo e le donne

Piccola ma significativa la presenza di donne al sinodo sulla famiglia, anche se c’è chi lamenta che la loro voce non sia ancora sufficientemente ascoltata, a dispetto dell’affermazione di papa Francesco che “la chiesa è donna”, e che anche per la trasmissine della fede il ruolo delle madri, delle nonne, è fondamentale.
Molti i temi emersi che riguardano concretamente la vita delle donne: dai metodi di regolazione delle nascite, alle violenze, ai matrimoni tra persone di religioni diverse, i cosiddetti matrimoni misti. Nei giorni scorsi è intervenuta, a portare la sua testimonianza, Jeannette Tourè, una donna cristiana della costa d’Avorio, sposata da 50 anni con un musulmano. Nel video, il suo racconto, e poi il punto di vista di Maria Giovanna Ruggiero, presidente dell’unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche.

Famiglia. Sinodo in corso.

Clima franco e sereno, al sinodo straordinario sulla famiglia. Lo racconta a Rainews24 padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica, che vi partecipa tra i delegati pontifici indicati da papa Francesco.
Questo sinodo, racconta, è espressione di una chiesa dalle porte aperte, che fedele a se stessa e al suo mandato evangelico, non vuole separarsi dal mondo ma porsi con esso in dialogo, facendosi carico delle situazioni concrete e reali degli uomini e delle donne di oggi.

Sinodo famiglia. Un cammino che inizia…

Papa Francesco lo ha detto chiaramente alla messa di apertura del sinodo sulla famiglia: le assemblee sinodali non servono per discutere belle idee o per vedere chi è più intelligente, ma per cooperare al progetto d’amore di Dio sul suo popolo. Che è fatto di persone concrete, con i loro sogni, talvota infranti, con le gioie, i dolori… Alla veglia della sera prima il papa aveva usato un’immagine efficace, parlando alla chiesa: “dobbiamo prestare orecchio ai battiti di questo tempo e percepire l'”odore” degli uomini di oggi fino a restare impregnati delle loro gioie e speranze, delle loro tristezze e angosce”. Se e come questo avverrà si vedrà nei prossimi giorni.
Nei video, i commenti di Padre Antonio Spadaro al discorso di papa Francesco alla veglia per il sinodo e all’omelia della messa di apertura.

Buon onomastico Francesco

Il 13 marzo dell’anno scorso sembra lontanissimo, eppure è passato un anno e mezzo appena. Sarà che sono stati mesi intensi. Fu quella sera che la sorpresa di un nome audace raggiunse il mondo prima del volto del nuovo papa. Con la leggerezza e la potenza di una freccia, quel nome attraversò la piazza attonita e in attesa: FRANCESCO.
Già sentito per un Re, ma mai per un pontefice. Un nome che fu annuncio di tante novità. Colpisce rivedere le immagini di quella sera, riascoltare, tre giorni dopo l’elezione, come era venuta fuori la scelta di quel nome coraggioso, nato nel cuore, quasi da sé.